08 Gen Threads: top o flop? Tutto quello che c’è da sapere sul social del momento
Threads, il nuovo social di Meta, è finalmente disponibile in Italia e nel resto d’Europa dal 14 dicembre, e abbiamo avuto modo di studiare con attenzione le reazioni da parte degli utenti.
Come già raccontato in un nostro precedente articolo, Threads è una piattaforma di microblogging che nasce come alternativa a X (al secolo, Twitter) di Elon Musk.
Si tratta di un canale per le conversazioni e per la condivisione in tempo reale di post con un limite di 500 caratteri, includendo anche foto, video e audio.
Le note vocali sono, infatti, tra le principali caratteristiche che distinguono Threads da X e rappresentano l’elemento che ha destato più interesse negli utenti, anche se non sempre sono utilizzate in maniera costruttiva.
Un altro elemento che differenzia il nuovo arrivo di casa Meta è l’assenza della sezione dedicata alla messaggistica, che costringe gli iscritti a confrontarsi e a comunicare pubblicamente, attraverso la condivisione dei contenuti o l’interazione tramite reazioni e commenti.
Inoltre, se Twitter aveva reso gli hashtag uno dei pilastri portanti della piattaforma, su Threads queste parole chiave risultano un aspetto del tutto secondario, rendendo più difficile l’orientamento e l’individuazione dei trend topic e degli argomenti di interesse. Trattandosi di un social il cui utilizzo è a discrezione degli utenti, è possibile che si tratti di una scelta consapevole, finalizzata a rendere la comunicazione libera e priva di vincoli, non legata ai temi caldi.
Per ovviare a questo problema, il social sta iniziando in questi giorni a sperimentare i tag, categorizzati per frase e non per singola parola, da utilizzare uno per contenuto, per evitare attività di spam.
Com’era prevedibile, a poche ore dal lancio in Europa, milioni di persone hanno deciso di iscriversi e Threads è stato invaso da contenuti di utenti che si chiedevano come funzionasse o che salutassero la neonata comunità social.
Una delle controversie principali di questa piattaforma, infatti, è proprio la mancanza di un vero e proprio manuale d’uso, che comporta che le regole e il funzionamento – oltre che la tipologia di contenuti da caricare – siano appannaggio degli iscritti. Se da una parte questa impostazione lascia molta libertà agli utenti, dall’altra può determinare delle difficoltà nel far ingranare l’interesse. Infatti, sono stati molti coloro che, dopo aver installato la piattaforma, l’hanno abbandonata nel giro di qualche giorno, preferendo tornare ai ben più rodati Instagram, Facebook e TikTok.
La mancanza di trend topic e hashtag, inoltre, tende a circoscrivere gli utenti nella propria bolla e a renderli propensi a stabilire contatti e confronti esclusivamente con i follower. Infatti, nonostante esista una sezione “Per Te”, destinata ad individuare i contenuti affini ai propri interessi, si è visto che gli iscritti sono maggiormente inclini a rapportarsi alla propria audience, direttamente importata da Instagram.
Tra le problematiche riscontrate, vi è anche quella legata alle difficoltà di regolamentare l’utilizzo degli audio. A differenza di quanto accade con i contenuti fotografici e testuali, infatti, la moderazione delle note vocali risulta più complessa, in quanto richiede software sofisticati in grado di riconoscere parole e suoni offensivi.
A risentirne maggiormente sono – come prevedibile – i contenuti pubblicati dai politici e dalle celebrità, che vengono bersagliati da audio poco edificanti, la cui viralità è tristemente immediata.
A quasi un mese dalla sua uscita in Italia, è ancora prematuro definire Threads, il nuovo social, un top o un flop per casa Meta, ma risulta evidente che al momento gli scettici superano gli entusiasti.
In definitiva, non si configura come una piattaforma particolarmente rivoluzionaria: l’interfaccia non presenta niente di nuovo, le modalità di fruizione ricordano quelle di X e mancano delle funzionalità capaci di stupire e di modificare le abitudini e le attività degli utenti.
Non ci resta che aspettare le prossime mosse di Meta, che sta analizzando i feedback degli utenti ed è alla ricerca di strumenti da introdurre per migliorare la user experience.
Nel frattempo, noi de Le Fucine consigliamo l’utilizzo agli appassionati di piattaforme di microblogging, ai social media manager che necessitano di studiare le new entry del mondo digital e ai i giornalisti e ai copywriter che desiderano restare informati sui temi d’attualità.
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